martedì 4 febbraio 2014

Claudia Cosentino



Mi chiamo Claudia e sono una persona ansiosa. Questo è un dettaglio importante se si vuole capire le mie foto.


Ho iniziato a fotografarmi mentre studiavo per la tesi: mi annoiavo e non so nemmeno come mai sia finita a farmi autoscatti. Mi sembrava anche di essere un po' scema ad essere sinceri ma la cosa mi divertiva e durante quei minuti la mia tensione si allentava, quindi ho continuato.


Non sono nata brava. All'inizio facevo delle brutte foto ma con il tempo e con l'aiuto di photoshop sono migliorata. C'è voluta tanta perseveranza e credo che la fotografia sia stato l'unico ambito della mia vita in cui io sia andata avanti senza ripensamenti. Ho provato e riprovato, ho fatto pasticci con la post-produzione e ho cestinato centinaia di foto.


La cosa bella è che ho ancora tanto da imparare, posso ancora migliorare e magari tra cinque anni riguarderò alle foto di ora pensando che sono orribili. E questa per me è una forma di soddisfazione.



Se dovessi descrivere le mie immagini direi che sono un misto di casualità e posa. Non trovo un altro modo per descriverle. Non parto quasi mai da un progetto, faccio foto a caso mettendo me stessa o le altre persone in una stanza. L'unica cosa che chiedo è di non ridere. Non so fotografare la gente allegra e se è capitato in passato è stato per qualche strana coincidenza.



Davvero, non ci sono grandi pensieri o grandi manovre dietro i miei scatti. In realtà è più facile che sviluppi un mood durante la post-produzione. Tra la musica che ascolto in sottofondo e gli esperimenti con le curve e i colori  io comincio a vedere una piccola storia ed è li che la foto prende davvero forma.
Adesso dovrei pensare ad un finale per questo pezzo ma non mi viene in mente niente di buono e poi devo anche uscire, quindi immaginatevelo voi. Come se ci fosse photoshop anche per queste cose.



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