martedì 3 dicembre 2013

Nicolò Panzeri


Giornata uggiosa e ventosa, Mogwai in sottofondo. Posso partire a scrivere.

Rompere il ghiaccio è sempre piuttosto complesso per me, soprattutto quando ho davanti un file Word completamente bianco che devo riempire con parole che abbiano un senso e che non annoino chi mi leggerà. 


Posso affermare con assoluta certezza di essere Nicolò e di avere ventidue anni. Per tutto il resto che dirò vedete voi come interpretarlo e a cosa credere.
Sono giunto ad un punto della mia vita in cui non so esattamente cosa sono, cosa farò da grande e dove mi porteranno le vicende che vivrò dal momento in cui finirò di scrivere questa presentazione “sullamiapersonalitàsconosciuta”.


Forse una cosa la so, io sono la mia anima (e al tempo stesso la mia mente) la quale si sente estranea in questo corpo, vorrei fare mille cose ma queste ossa e questa carne sono come cementate dentro la mia vita da cui non riesco a uscire. Non perché sia brutta ma perché non è ciò che voglio. Ma so che un giorno, relativamente vicino, le raccoglierò, le ossa e la carne s’intende, e farò in modo di concretizzare i miei sogni. Partiremo tutti e quattro assieme, la mia anima, le mie ossa, la mia carne e le mie macchine fotografiche.

Alla volta di dove? Ancora non lo so.


Qualche riga per parlare di quello che son stato dal momento in cui son nato fino ad oggi.
Ecco a queste cose potete credere, le ho vissute, le ricordo bene.

Sono nato a Milano ma a Milano non ho mai vissuto.
La fotografia nella mia vita è entrata diversi anni fa, ma è con la prima reflex digitale, acquistata previo consiglio di un amico, che ho preso consapevolezza del mezzo, della sua importanza e della sua potenza.
L’inizio, come lo è per tutti, è stato “giocoso”.
Poi pian piano ho iniziato a studiare e cogliere il messaggio insito nelle fotografie dei Maestri, mai la tecnica, solo il messaggio.


Attualmente non riesco a fotografare senza pensare ad una minima progettualità, un filo conduttore che leghi tra di loro le mie foto, ormai faccio pochissimi scatti fini a sé stessi.
Inoltre inconsapevolmente mi sono ritrovato a fotografare luoghi, non l’ho deciso, è venuto così e basta. L’unica spiegazione che posso dare è il mio forte interesse verso l’architettura, lo spazio immenso che viene occupato da una struttura, il suo rapporto con l’ambiente che la circonda.


Sono alla ricerca della bellezza dei luoghi, una bellezza mia personalissima, secondo miei canoni indefinibili. Ecco forse potrei considerarla una ricerca romantica all’interno della quale avviene una sorta di dialogo tra me e i luoghi ritratti, si viene a creare come una forte carica che mi attira e che devo interpretare col mio dispositivo fotografico.
Non so se la troverò mai, la bellezza, ma di sicuro i miei sforzi non cesseranno.


Sono Nicolò e ho ventidue anni.



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